Foggia immagina il suo nuovo Museo del Territorio

Come nasce un museo?
Te lo sei mai chiesto?

Come nasce un albero ce lo chiediamo sin da bambini: ci sono i semi, c’è l’acqua, fa capolino un germoglio, la radice cerca il nutrimento, le prime foglie, il fusto.
La pianta cresce, non si stanca di crescere, produce fiori e frutti, partecipa al ciclo della vita.

Ce lo chiediamo forse perché è lì davanti ai nostri occhi, perché compare nei paesaggi che iniziamo a esplorare, perché è sotto quelle foglie che ci ripariamo dal sole, perché ci piacciono i suoi frutti, perché diamo appuntamento a un amico proprio lì, su quella panchina davanti all’albero.

Gabriella Berardi, Direttrice Polo Biblio-museale di Foggia

Ma che c’entrerà poi un albero con un museo, che nella migliore delle ipotesi sta lì, si costruisce ma non nasce, è un edificio immobile come potrebbe pensare chi, guardando una pianta, non sa che nasconde la vita?

Cambiando la prospettiva cambia il modo di vedere e sentire la questione, cambia la realtà e il modo in cui ci abiti.

Luca Melchionna, giornalista e consulente comunicazione

Foggia ha il suo Museo del Territorio e questo momento è la sua nascita.
In questo territorio c’è un luogo che conserva e rende ciò che custodisce accessibile a tutti: oggetti di valore artistico, culturale, scientifico, conserva storie e vive di creatività.

Cambiano le stagioni, proprio come in natura, ed il museo muta per riadattarsi al suo territorio.

È in questo contesto che nasce il progetto museografico in corso: Foggia potrà pensare il suo Museo del Territorio, e ogni abitante di questa città conferirà una nuova identità a questo luogo.
Le sue radici affonderanno nel terreno del passato, nella storia che dà solidità come un terreno fertile, mentre i nuovi rami punteranno verso l’alto.
Sarà un luogo vivo e vivace, del resto ogni albero ha i suoi abitanti.

Workshop

L’ulivo, simbolo della Puglia, quando sente odore di erba bruciata richiama l’acqua verso l’esterno delle sue foglie per proteggersi.
Proseguendo con i parallelismi possiamo immaginare che la nostra bellissima terra richiami interventi culturali per scongiurare il pericolo di dimenticare la sua bellezza.

Il progetto di rifunzionalizzazione del Museo del Territorio di Foggia è stato preso in carico come parte del programma SA Creativity Interreg IPA South Adriatic.
Nell’ambito del progetto è previsto un intervento di restauro e adeguamento impiantistico ed edilizio per rendere il museo accessibile, anche rispetto alle barriere cognitive.

Il progetto coinvolge diversi soggetti chiave: il Ministero della Cultura, che ha assegnato il bando “Barriere” per l’adeguamento del museo,  la Regione Puglia, che tramite il progetto Interreg South Adriatic Creativity cofinanzia l’intervento. La responsabilità del restauro e del riallestimento museale è affidata ad ASSET (Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio), mentre la progettazione strategica è guidata da Luca Melchionna di @Machineria. Infine, Antonio Cangelosi partecipa come portatore di interessi speciali, contribuendo al confronto sul tema dell’accessibilità.

Il 12 e 13 novembre 2025, tutti questi interlocutori si sono incontrati a Foggia, nella sede di Via Arpi, e in questa occasione possiamo fissare un tempo zero da cui far partire un racconto nuovo.

Nella giornata del 12 novembre è stata elaborata una mission, discussa in prima battuta dai soggetti promotori e nel pomeriggio da un tavolo ampio di portatori di interessi. È stata data voce alla città per ascoltare davvero, dalla viva voce dei rappresentanti della popolazione, i bisogni reali intorno ai quali costruire gli obiettivi. Rappresentanti di associazioni, istituzioni e partner a vario titolo, in rappresentanza di gruppi ampi e ristretti, hanno partecipato.

Lo spazio del museo si è riempito di persone fisiche, ciascuna delle quali, si sperava, potesse portare un reale contributo a chiarire a chi scriverà il progetto di cosa il museo di questo territorio abbia bisogno per definire la propria identità. Quali obiettivi perseguire è interessato a tutti ascoltarlo, e durante un workshop molto strategico, a semplici domande sono emerse risposte che scavano nella tradizione e nelle vicende locali.

Il dialogo si è riacceso il giorno seguente nell’incontro con il costituendo comitato scientifico, costituito da rappresentanti delle Università di Foggia e Bari, del Politecnico di Bari e della soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Foggia e Bat. 

Nel pomeriggio è seguito un focus con Antonio Cangelosi, che ci ha guidato negli ambienti da riallestire, suggerendo la via migliore per accogliere le persone con bisogni speciali.

Antonio Cangelosi

Come nasce un museo, dunque? Dal confronto delle idee di chi vive il territorio.

Acquistare pannelli espositivi, allestire l’infografica, scegliere i temi permanenti, capire come organizzare in futuro attività e accogliere le famiglie: solo alcuni argomenti chiave che possiamo riunire in una sola parola: nuovo.

Luca Melchionna ci ha portato tra le strade di questa città per intervistare i passanti e accogliere il sentire rispetto a ciò che ci si può aspettare dal MUDET.

Ora cosa accadrà? Un progetto definitivo arriverà al Polo Biblio Museale di Foggia.

Ferve molto entusiasmo davanti a un nuovo progetto, ma non si va da nessuna parte se ognuno di voi che legge non arriverà a sentirsi parte di una community che faremo aggregare anche attraverso i canali social. Racconteremo fino a che non vi sentirete talmente vicini a questo museo che passerete di lì andando al ristorante, in fumetteria, a fare la spesa, andando a messa, prima di passeggiare in centro, perché saprete che entrando scoprirete qualcosa in più sul vostro territorio. E saremo noi a dirottarvi verso la scoperta di ogni angolo di questo territorio, così sincero da poter essere paragonato a un albero secolare: accogliente, generativo di bellezza e resistente a qualsiasi intemperia, così come agli urti di questa società.

Io ti osservo, museo, e penso: #giàtivolgliobene.

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Angela--mamma di Delia, Social Media Manager e Bibliotecaria. “Domani è un altro giorno”, anche in Biblioteca.

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