Un romanzo di Antonio Ferrara
Settembre è tornato. L’autunno si fa strada timidamente, con le foglie che in silenzio iniziano a cadere. Le scuole riaprono e nell’aria c’è quel profumo un po’ malinconico di zaini nuovi, di quaderni ancora da scrivere, di storie ancora da capire. Di vite da cambiare.
È il momento giusto per parlare di un libro che non fa rumore, ma resta nel cuore.
Un libro piccolo, semplice, breve, ma profondo. Una storia per ragazzi, per adulti, per insegnanti. Per chi ha sbagliato, e anche per chi no.
Il Libro
Ero cattivo, di Antonio Ferrara, fa parte della collana Narrativa San Paolo Ragazzi, pensata per lettori dai 12 anni in su. Ma è difficile dire a chi appartenga davvero questo libro. Perché tratta sì di adolescenti, ma si legge anche a 40, a 50, a 70 anni: certe storie non hanno età.
È un romanzo che fa pensare, ma anche sperare. Parla del disagio, dell’abbandono, del bisogno di essere visti.
Vincitore nel 2012 del Premio Andersen, come miglior libro oltre i 15 anni, nasce dall’esperienza vera di Antonio Ferrara, come educatore all’interno di una comunità per ragazzi difficili. Dopo aver parlato con loro, ascoltato le loro storie, l’autore ha sentito il bisogno di scriverne una simile a quelle che gli erano state confidate.
Nasce così Angelo, il protagonista. Frequenta la terza media. È finito in un istituto per minori. Ha sbagliato, ha fatto cose brutte, molto brutte.
Ero cattivo. Lo sapevano tutti, a scuola si parlava solo di me.
Dice di essere cattivo. Lo crede davvero, perché così lo vedono tutti. Ma piano piano, pagina dopo pagina, si scopre che non lo è realmente.
All’inizio il ragazzo non parla, sta zitto, guarda male tutti, è diffidente. Poi qualcosa cambia. Qualcuno gli dà fiducia e lentamente Angelo comincia a raccontarsi, a raccontare com’era la sua vita. Com’era suo padre. Cosa ha vissuto da piccolo. E, a poco a poco, ti accorgi che quella ‘cattiveria’ era solo una corazza, una reazione a tutto quello che gli è mancato: l’affetto, l’ascolto, la fiducia.
Dare voce a chi non ha voce
Il libro ci vuole ricordare che dietro ogni errore, c’è un nome. Una stanza. Una madre. Un prima. Ferrara non giudica. Non condanna. Non assolve. Ma ascolta. Trasmette il suo messaggio con delicatezza, semplicemente raccontando una storia. E lo fa con grande maestria.
Cominciava a piacermi, quel matto di un prete. Non era come gli altri. I grandi… ti fanno sentire in colpa per tutto quello che fai, anche se non hai fatto niente.
È così che Angelo inizia a vedere Padre Costantino, il responsabile della comunità. Non un adulto che accusa, ma uno che ascolta e capisce. Non uno che gli fa grandi discorsi o lo esorta a cambiare. Ma uno che gli sta accanto, gli sorride, lo rispetta. La salvezza di Angelo ha proprio il volto umano di Padre Costantino.
E poi nella stanza c’è un comodino. E su quel comodino, una Bibbia. Una Bibbia che cade e ogni volta si apre sempre sulla stessa pagina, sempre quella:
“Beati gli ultimi, che saranno i primi.”
È questa la chiave di lettura del libro. Una frase insistente, che fa pensare ad un segno, un messaggio diretto che la vita gli sta inviando: c’è ancora una possibilità di riscatto per lui.
La forza editoriale di questo libro è il linguaggio. L’autore scrive con parole semplici, ma vere e mai banali. Fin dalle prime righe, il tono è diretto, asciutto. Ma nello stesso tempo profondamente emotivo. Capace di parlare, con leggerezza, dei temi più cupi e difficili.
La scelta grafica è chiara, pulita, ridotta all’essenziale. Non ci sono disegni, né fronzoli, né elementi superflui.
La proposta editoriale di suddividere il libro in capitoli brevi, invita alla pausa e alla riflessione. La lettura non è faticosa, non è noiosa, non è difficile. È come ascoltare qualcuno che ti parla piano, con calma. Ogni frase arriva dritta al cuore. Ogni pagina fa un po’ male, ma poi consola.
Ero cattivo non è solo un libro da leggere. È un libro che spinge a parlarne. Può diventare un punto di partenza per affrontare altri temi, che spesso restano nascosti: il bullismo, la violenza in famiglia, il silenzio, la possibilità di cambiare, anche quando sembra troppo tardi.
Non è solo la storia di un ragazzo difficile. È la dimostrazione che ogni ragazzo ha qualcosa da raccontare: basta solo dedicargli tempo e ascolto. È il segno che anche chi sbaglia, chi ha sofferto, chi si è perso, può ritrovarsi: se trova qualcuno che lo guarda con occhi diversi.
“Non so se riuscirò a cambiare.” [disse Angelo]
“Abbiamo tutta la vita davanti a noi.” [rispose Padre Costantino]
In Biblioteca
Ero cattivo è disponibile al prestito presso la Biblioteca dei Ragazzi “la Magna Capitana” di Foggia, che ha avuto più volte il piacere di ospitare Antonio Ferrara, stimato autore e illustratore per l’infanzia, nell’ambito del rinomato Buck Festival, fiore all’occhiello della letteratura per ragazzi nel nostro Paese.