Fuori i Poeti e fuori le emozioni

Il rito dell’ascolto collettivo dei versi ha caratterizzato anche questa quarta edizione di Fuori i Poeti.

Ha chiuso i battenti da pochissimo la kermesse organizzata dalla Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia, dalla Fondazione dei Monti Uniti e dalla Libreria Ubik, con la direzione artistica di Antonio Bux.

Alessandro Ceni: l’ispirazione e il lavoro a tavolino

È toccato ad Alessandro Ceni aprire la manifestazione, il 3 ottobre 2025, nella Sala Rosa del Vento della Fondazione che da tre anni, ormai, ospita gli incontri poetici.

Poeta, traduttore e pittore fiorentino, Ceni ha presentato I bracciali dello scudo, raccolta poetica pubblicata quest’anno da Crocetti: un’opera che raccoglie quarant’anni di produzione.

Felo de se, locuzione latina che indica un crimine contro se stessi, dunque per estensione il suicidio, introduce sette inediti nella raccolta. Nel corso dell’incontro, Ceni ha sottolineato che il suo intento è quello di dare priorità alla vita nell’accezione più ampia, sottraendo centralità all’egoriferimento: “Il suicidio dell’io e dell’ego è necessario per far parlare la vita” ha detto a Foggia.

Ed è forse questa la magia più bella che compie la poesia: lega assieme le persone nell’ascolto condiviso, che dà quasi luogo ad una sospensione misterica del tempo.

Ma la poesia non è solo ispirazione, ha spiegato l’ospite, che nel corso dell’incontro ha parlato anche della monumentale traduzione dell’Ulisse di Joyce, per Feltrinelli: un impegno che ha richiesto circa cinque anni di lavoro. “La musa esiste, ve lo posso assicurare. Per gioco mi riferisco all’ispirazione chiamandola ‘la signorina’. Ma poi c’è il lavoro a tavolino in cui decidi in ore di dedizione che in quel punto preciso il verso si deve spezzare e che quella parola va cancellata. Come in ogni forma d’arte, si tratta di una capacità che c’è oppure non c’è”, ha concluso Ceni sottolineando come tutti i poeti dovrebbero leggere narrativa, così come i narratori dovrebbero leggere poesia.

Roberta Dapunt: la consapevolezza nel cuore delle Dolomiti

Ha conquistato tutti Roberta Dapunt, poetessa della Val Badia, che vive nel cuore delle Dolomiti, in un antico maso di famiglia. Dai suoi versi alla sua voce, fino alla prosodia della sua lettura tutto sa di calma, di tranquillità, di tempo vissuto pienamente, con la consapevolezza di chi si sottrae alla trappola della fretta ad ogni costo.

“Il compito del poeta è quello di soffermarsi su ciò che accade accanto a noi e dentro di noi” ha detto tra le altre cose Roberta Dapunt, che ha voluto ricordare anche Luigi Reitani, germanista e traduttore, nato a Foggia e morto a Berlino nel 2021.

Ci siamo salutati con la parola poetica, ascoltando ad occhi chiusi una delle sue liriche più intense, Credo, tratta da La terra più del Paradiso (Einaudi, 2008), ma numerose le letture tratte anche da Il verbo di fronte, la sua silloge più recente (Einaudi, 2024) e dal libro Nauz, cioè “Mangiatoia” in ladino, sua lingua madre, pubblicato da Il ponte del Sale nel 2017.

Abbiamo parlato dell’importanza di non restare indifferenti a quello che accade, dell’urgenza della vera poesia, che diventa anche un gesto etico e di testimonianza, abbiamo parlato dei silenzi e del locale che può (o addirittura deve?) diventare universale.

Giancarlo Pontiggia: l’origine archetipica della poesia

Terzo ospite della rassegna, Giancarlo Pontiggia, poeta e traduttore milanese, secondo classificato al Premio Strega Poesia con La materia del contendere, Garzanti, 2025.

“È un libro di voci che arrivano da lontano, dalle pitture rupestri delle Grotte di Lascaux, o forse arrivano dal futuro stesso. Ho voluto introdurre il tema della speranza, ma in maniera velata”, ha detto prima di leggere questi versi:

“[.] Resta solo la vita che è/più forte di ogni nome/e una foglia trema, si stacca, verdeggia”.  

A Foggia ha parlato anche del pamphlet Origini pubblicato nella collana Le parole della poesia dell’editore Vallecchi. In questa collana, viene chiesto ad alcune delle voci poetiche contemporanee più rappresentative in Italia di scegliere una parola con la quale rappresentare la propria poetica. Negli anni passati, ad esempio, abbiamo ospitato Umberto Piersanti che ha scelto la parola Memoria, Milo De Angelis che ha scelto Ritorno e Silvia Bre che ha scelto la parola Mistero. L’origine per Pontiggia ha un valore archetipico: è l’origine della storia, della vita, dell’esistenza, come spiega in questa clip.

Edizione bagnata, edizione fortunata? Forse. Abbiamo aperto e chiuso la rassegna con la pioggia, ma l’acqua, si sa, serve nella Capitanata sitibonda. E allora, sì, ci pare di aver portato fortuna.

Dimitris Lyacos: scienza e filosofia, le premesse della scrittura

Respiro internazionale per l’ultimo incontro, con lo scrittore e drammaturgo greco, Dimitris Lyacos, che ha presentato la sua trilogia Poena Dami e il romanzo Finché la vittima non sarà nostra, pubblicati entrambi da Il Saggiatore, rispettivamente nel 2022 e nel 2025.

È solida la premessa filosofica da cui partono gli scritti di Lyacos: ci ha raccontato di lavorare sempre alla stregua di uno scienziato che prende le distanze, pone a verifica punti di vista diversi ed è pronto a confutare le tesi che non reggono la prova empirica.

L’atmosfera tra un’edizione e l’altra

Quello che vogliamo davvero raccontarvi in questo post, però, non si esaurisce in una cronaca delle quattro giornate.

Quello che vogliamo davvero farvi respirare è l’atmosfera che proviamo a creare da un’edizione all’altra.

Per esempio, con il gruppo di lettura poetico Per certi versi… della Biblioteca, che ogni mese si incontra per leggere ad alta voce poesie scelte attorno ad un tema. La partecipazione è libera e si può prendere parte all’incontro anche soltanto per ascoltare, se la timidezza inizialmente blocca.

Il gruppo si prepara agli incontri, leggendo già da settembre i libri che verranno presentati, e poi partecipa con domande, osservazioni, commenti.

Si crea così un ambiente familiare, ma sempre aperto ad accogliere nuove persone interessate.

Quest’anno, poi, abbiamo fatto ricorso alla poesia anche durante l’incontro con gli ospiti di una struttura residenziale della città, che ha fatto visita al Museo di Storia Naturale di Foggia, in occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer.

Abbiamo letto insieme le poesie che un tempo si imparavano a scuola, abbiamo allenato la memoria autobiografica, ricordandoci alcuni eventi della gioventù e condividendoli con gli altri, proprio a partire dai versi recitati.

Prospettive future

Finita un’edizione cominceremo a lavorare per l’altra, con novità e prospettive all’orizzonte, come ci ha annunciato il Presidente della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, Filippo Santigliano, in apertura del terzo incontro.

Sono in corso le prime interlocuzioni con la Fondazione Bellonci, per dar via ad una forma di collaborazione con il Premio Strega.

Si sta pensando anche di creare un premio, di andare nelle scuole, di far crescere, insomma, questa voglia di poesia.

Perché – per chiudere con i versi di Pontiggia –

“C’è un cuore austero/prima di ogni verso/ e sogni, e cieli, e intonaci/ e tutta la vita del mondo/che stride, gorgoglia/come un ranocchio di fiume/al suo primo salto”.

E noi vogliamo saltare ancora e ancora, per celebrare insieme la bellezza dei versi.

Informazioni di servizio

Tutti i libri presentati a Fuori i Poeti, firmati dagli autori, sono disponibili al prestito nello scaffale poetico al Museo di Storia Naturale di Foggia, in viale Giuseppe Di Vittorio, 31.

Qui la lista di tutti i libri presentati.

La partecipazione al gruppo di lettura poetico Per certi versi è libera. Segui il portale della Biblioteca nella sezione Tutte le news e i canali social per gli aggiornamenti.

Giancarlo Pontiggia
Dimitris Lyacos al centro
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Viaggiatrice di poltrona con i libri, in camper senza. Perdo sempre gli occhiali, raramente la pazienza.

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